Quando si trovano a doversi occupare di un familiare anziano (autosufficiente o meno) le famiglie devono compiere scelte difficili, in quanto in alcuni casi hanno la responsabilità di scegliere una o più persone che si prendano cura di ciò che di più prezioso hanno al mondo: i propri cari.
La missione di Sant’Anna 1984 consiste nell’aiutare queste famiglie, mettendo al loro servizio la propria esperienza in fatto di assistenza socio-sanitaria. La cooperativa non si limita quindi alla sola tutela del benessere fisico dei propri assistiti, ma si spinge oltre, trasformando la capacità di ascolto e l’empatia dei propri operatori in vere e proprie risorse che favoriscano anche il benessere psicologico degli anziani assistiti.
Per raggiungere questo obiettivo ambizioso è necessario che gli anziani siano assistiti da figure specializzate selezionate in base a criteri rigorosi, volti a garantire la massima serenità delle famiglie in cui queste vengono inserite. L’operatore giusto deve tuttavia fornire la forma di assistenza più adatta alle esigenze dell’anziano che si trova ad assistere e della sua famiglia, ed è per questa ragione che Sant’Anna ha deciso di attingere alle proprie competenze e alle informazioni acquisite negli anni trascorsi al fianco di tante famiglie per elaborare un processo di valutazione che possa aiutarla a definire il piano assistenziale più adatto, a seconda dell’età dell’assistito o del suo livello di autosufficienza.
Un piano assistenziale per ogni esigenza
Il processo di valutazione messo in atto da Sant’Anna 1984 al fine di stabilire quale sia la forma di assistenza più adatta ha inizio con un primo colloquio conoscitivo durante il quale un supervisore ascolta con la massima attenzione le esigenze della famiglia e dell’assistito in questione.
Il secondo incontro consiste invece in un sopralluogo dell’abitazione del futuro assistito, che permetta di capire in quale contesto sarà inserito l’operatore più adatto. A seguito di questi incontri, il supervisore è in grado di formulare un’offerta personalizzata che non lascia nulla al caso.
Nello specifico, le esigenze degli assistiti vengono valutate sulla base di una scala che prevede 5 diversi stadi. Si va dal primo stadio, quello in cui l’assistito è una persona anziana sana ma sola, fino ad arrivare al quinto stadio, nel quale la persona assistita non è più in grado di svolgere alcuna attività in modo autonomo.
Vediamo insieme quali sono i criteri di valutazione relativi a ciascuno stadio e quali sono le conseguenti esigenze in termini di assistenza.
Primo stadio
Si tratta dello stadio iniziale che include la maggior parte della popolazione anziana che necessità di assistenza. Nello specifico l’assistito è perlopiù autonomo: non ha problemi a interagire con le persone che lo circondano, non ha bisogno di aiuti per muoversi ed è in grado di occuparsi personalmente della propria igiene.
L’assistenza ideale in questi casi è quella diurna: l’operatore è presente per un massimo di 4 ore al giorno, eventualmente 7 giorni su 7 con alternanza del personale. Le sue mansioni includono l’assistenza di base all’anziano e il sostegno necessario per garantirne l’autosufficienza sul lungo termine: in questo modo l’anziano è libero di continuare a vivere nei propri spazi senza che questi vengano “invasi” in modo eccessivo.
Sant’Anna 1984 ritiene che questo sia lo stadio più importante, sebbene sia allo stesso tempo il più trascurato dalle famiglie: è infatti fondamentale ritardare il più possibile il peggioramento delle condizioni di vita dell’assistito e il conseguente passaggio agli stati successivi. Trascurare queste esigenze comporta un rapido deterioramento delle condizioni psicofisiche e la necessità di interventi più incisivi.
La presenza di un operatore anche solo per poche ore al giorno è infatti in grado di evitare che l’assistito si senta solo o abbandonato, sia nel caso in cui viva per conto proprio che nel caso in cui i familiari siano spesso fuori casa per esigenze personali o lavorative. Altro aspetto fondamentale è che la presenza di una figura specializzata riduce di molto il rischio che si verifichino eventuali incidenti domestici più o meno gravi.
Secondo stadio
Gli anziani che rientrano nel secondo stadio hanno già mostrato segni di peggioramento delle condizioni psicofisiche, sono stati vittime di incidenti domestici o non possono essere lasciati soli per altre ragioni.
Nello specifico, gli anziani che rientrano in questo stadio si muovono in autonomia seppur con qualche difficoltà, non comprendono con chiarezza ciò che gli accade attorno e si sentono assaliti da un certo senso di angoscia.
In queste circostanze è necessario prolungare gli orari dell’assistenza: gli operatori non dormono infatti presso l’abitazione dell’assistito, ma vi trascorrono in ogni caso l’intera giornata. Sono in possesso delle chiavi dell’abitazione, si occupano della preparazione dei pasti principali e si fanno inoltre carico di altre mansioni come ad esempio accompagnare in bagno l’assistito. Questo va in ogni caso monitorato con costanza al fine di stabilire se e quando sia necessario incrementare l’assistenza ed estenderla anche alle ore notturne.
Terzo stadio
Questo stadio è il primo tra quelli considerati critici in quanto l’assistito non è solitamente in grado di andare in bagno da solo, spostarsi e nutrirsi in autonomia o curare la propria igiene in modo autonomo. L’operatore deve pertanto convivere con l’anziano.
Quarto e quinto stadio
Il quarto e il quinto stadio sono quelli in cui le condizioni dell’assistito hanno subito un deterioramento tale da non consentirgli più di espletare in modo autonomo nessuna attività. Nel quarto stadio, ad esempio, l’anziano è cosciente ed è in grado di comunicare con chi gli sta intorno ma non gli è possibile fare altro: è quindi l’operatore a farsi carico di quanto necessario per garantire il suo benessere. Il quinto stadio riguarda invece i casi più gravi, fino ad esempio gli anziani che sono tenuti in vita con l’ausilio di appositi macchinari.
L’esperienza di Sant’Anna 1984 e la sua attenzione alla rigorosa formazione degli operatori che si dedicano all’assistenza degli anziani appartenenti a ciascuno stadio fanno sì che le famiglie possano essere sollevate da attività complesse che richiedono l’intervento di figure specializzate.
Ogni esigenza viene affrontata nel migliore dei modi così da non lasciare nulla caso, e per la serenità delle famiglie è garantita la presenza di un supervisore dedicato addetto alla verifica dell’operato dei singoli assistenti domiciliari e delle condizioni degli assistiti.