coop-assistenza-domiciliare

Il primo luogo per l’assistenza e la cura: è questo che, secondo il ministro della salute Roberto Speranza, dovrebbe essere la propria casa per una persona anziana.

L’assistenza a domicilio per anziani e disabili ha infatti molti vantaggi e per psicologi, terapeuti e geriatri di tutto il mondo resta una soluzione preferibile al ricovero in una struttura, che sconvolge profondamente le abitudini di vita ed affettive del paziente ricoverato, potendone addirittura aggravare il quadro clinico.

Rivolgersi ad una cooperativa (d’ora in poi per brevità “coop”) che si occupa di assistenza domiciliare significa soddisfare le necessità di tutti quegli anziani che hanno perduto la propria autosufficienza e necessitano di supporto sia per interventi pratici, relativi alle pulizie della casa, alla preparazione di pasti o al disbrigo di pratiche, sia per interventi più strettamente socio-sanitari relativi, per esempio, al sostegno psicologico, alla riabilitazione a seguito di un’operazione e al recupero in degenza.

Naturalmente rivolgersi ad una coop con servizi di assistenza domiciliare non deve mai e in nessun caso essere motivo di abbandono dell’anziano, di deferimento del “problema” ad altri. L’assistenza domiciliare infatti vive e si nutre del rapporto di collaborazione tra gli operatori socio-sanitari e i familiari, che restano pienamente coinvolti e partecipi nella vita quotidiana del proprio caro.

Il presupposto stesso dell’assistenza per anziani a domicilio è il non eradicarli dai propri affetti e da quei punti di riferimento sociali ed ambientali che da sempre costituiscono parte integrante del loro vissuto.

A Sant’Anna abbiamo poi voluto rendere questa collaborazione effettiva e palpabile, introducendo nel nostro servizio di assistenza domiciliare per anziani a Roma e provincia strumenti che riteniamo fondamentali. Ci riferiamo soprattutto al diario del giorno, un diario compilato dalla badante nel quale si dà conto di ogni attività svolta insieme all’assistito nel corso della giornata, e al gruppo WhatsApp con i familiari, ove il supervisore assegnato può scambiare informazioni sull’assistito e aggiornare in tempo reale la famiglia.

Il presente e il futuro dell’assistenza domiciliare per anziani a Roma

Nell’anno in corso (il 2020) la nostra capitale ha registrato un indice di vecchiaia pari a 162,2: questo significa che ogni 100 giovani a Roma vivono 162,2 anziani. Questo squilibrio è destinato a perdurare e aumentare ancora nel corso dei prossimi anni, complici l’aumento dell’aspettativa di vita e il basso tasso di natalità.

L’assistenza per anziani a domicilio costituisce dunque il futuro per il nostro paese ed è un settore che va tutelato e rafforzato fin da oggi, ad iniziare dalla necessità di contrastare le assunzioni in nero di badanti e operatori assistenziali specializzati.

Uscire dal sommerso produce enormi benefici tanto per i lavoratori quanto per le famiglie: i primi trovano nella professione un’occasione di effettivo inquadramento e crescita professionale e non soltanto un modo per “tirare a campare” passando da un impiego saltuario ad un altro. Le famiglie che necessitano di assistenza domiciliare per anziani a Roma e si rivolgono ad una coop possono invece contare su personale ben più qualificato, perché sottoposto a procedure selettive basate su meriti curriculari e personali.

A livello statale però il servizio di assistenza anziani a domicilio soffre di enormi carenze ed anche se l’istituzione a settembre di quest’anno di una Commissione assistenza anziani da parte del ministro della salute fa ben sperare, allo stato attuale le famiglie con presenza di anziani e disabili non possono contare su un aiuto professionale, caratterizzato dalla continuità e sul quale si possa davvero fare sicuro affidamento.

Il nostro obiettivo come operatori privati del settore è dunque quello di garantire a queste famiglie un intervento attento a tutti i loro bisogni, il più possibile personalizzato ed “elastico”, capace cioè di adattarsi alle diverse necessità di tempi e costi assistenziali. L’assistenza deve infatti potersi espandere tutte le volte che le famiglie non possono occuparsi di un proprio caro anziano per motivi personali o di lavoro, ma anche sapersi restringere quando i familiari possono nuovamente partecipare attivamente.

Recommended Posts