È una situazione molto comune che i propri genitori o parenti anziani, non più autosufficienti e oggettivamente bisognosi di assistenza, rifiutino l’aiuto di una badante. Questo in realtà succede per diversi ordini di ragioni e ogni situazione è diversa e andrebbe valutata singolarmente.
Alcuni non si rendono davvero conto di aver bisogno di un sostegno in grado di sorreggerli da questo momento in poi della propria vita, altri negano l’evidenza a causa della paura trasmessa dal permettere l’ingresso di un estraneo nella propria casa e nella propria quotidianità.
Le persone che si trovano in uno stato di fragilità fisica ed emotiva sono, infatti, naturalmente abitudinarie e ricavano dalle proprie routine un senso di sicurezza e conforto. Cosa accadrebbe se questo dovesse cambiare?
A volte si intromette l’orgoglio: c’è, per esempio, l’orgoglio della moglie, anch’essa anziana, che però vuole dimostrare di essere ancora in grado di prendersi cura di sé e del suo compagno di vita, c’è anche l’orgoglio dei parenti (i figli, in particolare) che sono investiti da immotivati sensi di colpa quando pensano di affidare i propri cari alle cure di qualcun altro.
Ma a tutti questi impedimenti di tipo psicologico c’è quasi sempre una soluzione, la possibilità di intraprendere un “percorso del cuore” durante il quale, con la guida di un professionista, si esaminano le opzioni a disposizione, si scioglie il nodo delle paure e ci si sente finalmente liberi di afferrare quella mano tesa verso di sé.
Gli “angeli di Sant’Anna”, come amano chiamarsi scherzosamente tra di loro i nostri assistenti, sono un gruppo di persone qualificate a fronteggiare situazioni come queste. Noi tutti riteniamo che l’assistenza non debba essere imposta, bensì accettata spontaneamente e considerata come un’opportunità. Ci mettiamo quindi a disposizione delle famiglie che vogliono ricevere una consulenza su questo argomento.
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