emozioni-anziani-come-gestirle

Le emozioni sono processi psicologici fondamentali la cui gestione in età avanzata può essere più complessa. Le emozioni condizionano il benessere individuale sia a livello quotidiano che nel lungo periodo ed è quindi fondamentale che il familiare o l’operatore socio-assistenziale sappiano interpretarle correttamente e fornire risposte adeguate.

In questo articolo esaminiamo alcuni degli stati d’animo più comuni nella terza età e vediamo come l’empatia e la capacità di entrare in sintonia con la persona siano requisiti indispensabili per qualunque care giver.

Ansia

Vertigini, senso di disagio apparentemente inspiegabile, aumento del battito cardiaco e della sudorazione: sono questi i sintomi più tipici dello stato d’ansia. Non è detto che l’ansia sfoci in una sindrome clinica, ma essa è comunque in grado di compromettere uno stato di salute fino a quel momento buono. I motivi di preoccupazione degli anziani sono diversi da quelli del resto della popolazione e si riferiscono, per esempio, alla percezione dell’invecchiamento, al timore per l’insorgenza di malattie e disabilità, alla scarsa stabilità finanziaria.

Il disturbo d’ansia va opportunamente diagnosticato: in assenza di un corretto inquadramento clinico si dovrebbe evitare l’assunzione di farmaci. Nonostante questo il 50% degli anziani ospiti nelle case di riposo segue un trattamento a base di ansiolitici! Per supportare un individuo ansioso occorre piuttosto invitarlo a parlare apertamente delle proprie paure e a riconoscere le proprie emozioni. Una vita il più possibile attiva permette di alleviare questi sentimenti e favorisce il riposo notturno.

Rabbia e aggressività

Gli anziani e, in particolare, i malati di demenza senile e di Alzheimer, sperimentano spesso episodi di rabbia ed aggressività, dovuti a una sensazione di confusione e disorientamento. Anche dipendere interamente dagli altri può generare frustrazione e insoddisfazione per la propria quotidianità.

Un assistente valido sa che bisogna reagire sempre con dolcezza e serenità, distraendo la persona con rinforzi positivi. Si potrà, per esempio, attirare l’attenzione su qualcosa di piacevole ed interessante per l’assistito ed usare una comunicazione (anche non verbale) che invita alla calma. Il meccanismo del premio, a fronte di una modifica del comportamento da aggressivo a non aggressivo, si rivela molto efficace, al contrario del rimprovero e della punizione.

La routine può inoltre essere positiva: la giornata va scandita con lo svolgimento di attività da compiersi sempre alla stessa ora. L’alimentazione è molto importante e non dovrebbe comprendere zuccheri, bevande gassate e cibi industriali.

Paranoia

Nelle persone anziane la paranoia occasionale è associata al senso di insicurezza determinato dal vivere da soli o dal timore che possa verificarsi qualche evento cui l’individuo non si sente capace di far fronte, a causa dell’indebolimento fisico e psichico.

Solo nel caso in cui lo stato paranoico sia persistente e del tutto infondato occorrerà rivolgersi ad uno specialista. Una paura comprensibile verso qualcosa di specifico non va invece mai minimizzata. Se si basa cioè su circostanze concrete va riconosciuta come pericolo reale e non etichettata come fantasia.

Per esempio, di fronte il timore di essere vittima di furti in appartamento, al verificarsi di fatti di cronaca nella stessa zona, si può rispondere proponendo l’installazione di un sistema di allarme o un servizio di assistenza domiciliare in convivenza, che aiuta la persona a sentirsi meno sola e infonde tranquillità.

Nostalgia

La nostalgia è uno degli stati emotivi più comunemente associato alle persone anziane, forse perché essa si basa su una sorta di confronto tra il presente, che può, a volte, deludere le aspettative e il passato, ricordato come un tempo pieno di dolcezza.

La nostalgia può riguardare un luogo (spesso quello di origine), una persona, un proprio modo di essere (più spensierato, più giovane, più attivo, ecc.) e persino un clima politico. La nostalgia è quindi un desiderare qualcosa che non c’è più, anche se il ricordo non è sempre lucido e realistico, ma spesso idealizzato dalla stessa memoria, che tende a focalizzarsi più sulle cose positive che su quelle negative.

La nostalgia è un’emozione dolce ed amara al tempo stesso, con un grande potere terapeutico. Permette infatti alla persona anziana di riflettere sul proprio passato e mantenerlo in relazione con il presente, guardando al futuro con più fiducia.

Paura

Molte delle paure più tipiche della terza età sono associate agli stereotipi sociali, con i quali gli anziani spesso si identificano. Il perdere l’autosufficienza personale, per esempio, non si verifica automaticamente e in tutti i casi. Altre volte si tratta della paura di perdere la memoria, la lucidità, la propria identità o di paure relative alla sfera relazionale, come quella di essere abbandonati o di perdere il proprio compagno di vita.

Chi assiste una persona che manifesta, implicitamente o esplicitamente, questi timori non dovrebbe mai obbligarla ad affrontare la paura stessa. Allo stesso modo è controproducente anche un atteggiamento eccessivamente protettivo, che non fa altro che confermare alla vittima di questo stato psicologico di non essere effettivamente in grado di superare l’ostacolo da sola. Ancora una volta il dialogo è molto importante perché spesso è proprio grazie a un breve confronto che molti timori possono trovare risoluzione. Si potrà poi aiutare la persona a individuare delle alternative realizzabili che permettano di superare e/o affrontare la paura fattivamente.

Recommended Posts